Endodonzia

L’ENDODONZIA è la branca dell’odontoiatria che si cura dell’endodonto, lo spazio all’interno del dente occupato normalmente dal “tessuto pulpare” costituito da cellule, vasi sanguigni e terminazioni nervose.
Le patologie fondamentali della polpa sono:
Pulpite subacuta reversibile: quando una processo carioso interessa un elemento dentario senza aver raggiunto la polpa, quest’ultima si infiamma in modo reversibile, provocando un’aumentata sensibilità agli stimoli termici. La terapia consiste nella rimozione della carie e nella ricostruzione del dente.
Pulpite acuta irreversibile: quando un processo carioso interessa un elemento dentario e raggiunge la polpa, si instaura una pulpite irreversibile. Si manifesta così il classico mal di denti, con dolore pulsante che aumenta con le bevande calde e fredde ma può anche iniziare spontaneamente. Spesso il dolore aumenta di notte e si irradia sull’arcata opposta o all’orecchio. La cura consiste nella terapia canalare o endodontica.
Necrosi della polpa: Quando un processo carioso interessa un elemento dentario raggiungendo la polpa, si instaura dapprima un’infiammazione della polpa, detta pulpite irreversibile, dopodiché la polpa subisce una degenerazione che porta inesorabilmente alla sua morte (necrosi). In questo stadio i batteri invadono tutto il sistema di canali all’interno delle radici fino ad arrivare all’osso sottostante. Da qui possono dar luogo a due tipi di infezioni: infezioni croniche (granulomi e cisti apicali) o infezioni acute (ascessi o fistole).
La TERAPIA ENDODONTICA, chiamata un tempo “devitalizzazione”, è necessaria ogni qualvolta che, per un attacco carioso in profondità o per un trauma, vi sia una compromissione della “polpa” tale da pregiudicare ogni tentativo di mantenere vitale il dente oppure qualora la polpa dentale sia già andata incontro spontaneamente a necrosi con o senza manifestazioni dolorose.
Le recenti scoperte scientifiche e l’evoluzione dei materiali e delle tecniche endodontiche negli ultimi anni hanno incrementato la percentuale di successo del trattamento endodontico, che è passata dal 20% al 95-98%.
La terapia può essere considerata un successo se il dente, da quel momento in poi, si presenta asintomatico (non deve fare più male), non compaiono lesioni croniche apicali nel tempo (granulomi o cisti) e non insorgono infezioni acute come ascessi o fistole.
Per ottenere questo risultato è fondamentale:
Trovare e trattare TUTTI i canali presenti nel dente
Rilevare la lunghezza esatta di ogni canale per poterlo trattare in tutta la sua lunghezza (soprattutto la parte finale vicina all’osso)
Sagomare il canale allargandolo e conferendogli una forma conica ben determinata in modo da permettere al disinfettante di raggiungere ogni suo punto
Disinfettare il canale per l’intera lunghezza
Sigillare il canale in modo completo
Ricostruire il dente nel modo corretto impedendo ai batteri del cavo orale di riconquistare lo spazio endodontico da noi decontaminato
Cisti1 cisti21
Per ottenere questi risultati oggi abbiamo dalla nostra parte nuove tecnologie e materiali.
Disponiamo di sistemi ingrandenti per migliorare la visibilità del sistema canalicolare e di punte ad ultrasuoni che riescono ad apportare vibrazioni ad altissima frequenza così da rendere possibile la rimozione di ogni ostacolo, fondamentali spesso per reperire i canali più piccoli e calcificati.
Misuriamo la lunghezza dei canali mediante uno strumento chiamato Rilevatore elettronico dell’apice, che ci comunica con un’accuratezza di 0.1 mm la lunghezza esatta del canale senza bisogno di sottoporre il paziente a continui controlli radiografici intraoperatori.
La sagomatura del canale non si esegue più con strumenti a mano in acciaio ma con strumenti rotanti in Nickel-Titanio a conicità aumentata, che ci permettono di ottenere una forma conica armonica del canale con maggiore precisione e in tempi notevolmente più rapidi.
La disinfezione del canale la otteniamo con ipoclorito di sodio scaldato a 60 gradi per aumentarne l’efficacia e con E.D.T.A.
La sigillatura del sistema canalicolare la otteniamo sciogliendo a 300 gradi un materiale termoplastico, la Guttaperca, che riempie così in 3 dimensioni il canale, senza lasciare spazi residui vuoti ricolonizzabili nuovamente dai batteri.
In questo modo diviene assolutamente improbabile lasciare del tessuto infetto all’interno dei canali, responsabile della formazione o permanenza delle infezioni endodontiche.
In oltre il 90% dei casi è possibile constatare, dopo l’esecuzione della terapia endodontica, la totale remissione anche delle infezioni apicali croniche già esistenti (come i cosiddetti “granulomi”) nel giro di alcuni mesi, senza ricorrere alla terapia chirurgica.

Dr. Pierpaolo Nardelli